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Sara Cunial

24/03/2013 Emanuele Bonin Lascia un commento

 

Dal Giornale di Vicenza riportiamo questo articolo.

Sara, la manager che ha scelto la via dell'allevamento

LA STORIA D'IMPRESA. Dalla chimica a pascoli itineranti e agriturismo
Esperta di metodo Lean, ha deciso di mollare la multinazionale in cui aveva fatto carriera e aprire un'azienda agricola sul Grappa

01/02/2013
Zoom Foto

Sara Cunial: da chimica e multinazionali ad agricoltura e gruppi Gas

Una promettente carriera in una multinazionale, uno stipendio di tutto rispetto e la possibilità di viaggiare in tutto il mondo. Il tutto con una laurea in chimica appena messa in tasca. È il sogno di molti ma per la bassanese Sara Cunial, 33 anni, le scelte sono state diverse e l'hanno portata a lasciare quel mondo per diventare, come sottolinea orgogliosa, “contadina". Eppure la scalata al successo professionale, del tutto inedita in tempi di precariato, l'ha vista diventare, prima donna dell'azienda, responsabile dei controlli di produzione secondo il metodo giapponese Lean, conosciuto anche come metodo Toyota, il non plus ultra della gestione aziendale. Sara, sguardo franco e acceso, spiega con semplicità una scelta che in molti potrebbero non capire. «Appena laureata – spiega Sara – sono stata assunta alla Cytec, una multinazionale che produce resine diventando, prima donna in azienda, responsabile del controllo di produzione, del Lean management». Poi, qualcosa comincia a non andare «ogni giorno era più difficile trovare una motivazione per andare al lavoro – spiega – ci ho pensato a lungo e ho chiesto un part time». Una nuova idea frullava nella testa di Sara: cambiare radicalmente vita.
«Erano due gli aspetti che mi disturbavano maggiormente – racconta la giovane imprenditrice – la competitività sfrenata e il lato etico per così dire. Pensavo sempre più spesso che non avevo studiato chimica per inquinare il mondo e le resine che producevamo non erano certo a basso impatto ambientale». Così, senza una tradizione familiare agricola alle spalle, la donna in carriera e “cittadina", si licenzia per dedicarsi anima e corpo al suo primo ettaro di coltivazione a frutti di bosco. Lo fa completamente da sola. Decide da sola anche l'ubicazione, il Monte Grappa «troppo spesso snobbato e invece pieno di potenzialità». Per far crescere il suo sogno di un'attività economica compatibile con uno stile di vita “pulito" dopo un anno e mezzo decide di fare rete. «Ho cominciato ad informarmi e ho conosciuto altri ragazzi della mia zona che come me praticavano attività simili – racconta la Cunial – piccoli produttori che realizzavano un'economia locale effettiva. Tutti noi abbiamo in comune la convinzione che sia possibile riproporre al territorio la sua vocazione più classica, l'utilizzo a pascolo itinerante». E così, nomadi, allevati secondo i più stretti principi biologici, sono arrivati 2500 polli ruspanti, una ventina di maiali, altrettante vacche da latte e vitelli da carne all'anno. Restava però da risolvere una questione che Sara, da esperta in ottimizzazione giapponese dei processi economici, conosce bene: l'eliminazione dei "fondi di magazzino" e l'affidabilità di acquirenti sicuri. La soluzionesono i Gas, gruppi di acquisto solidale. «Ciò che produciamo – spiega Sara – viene venduto al 90% ai gruppi di acquisto solidale quindi, di fatto, non abbiamo mai residui di prodotti invenduti». Il metodo Lean, appunto, applicato all'agricoltura e all'allevamento allo stato brado. I pascoli itineranti si stendono fra Romano d'Ezzelino e Borso del Grappa a cavallo fra le province di Vicenza e Treviso. Se non bastassero attività tanto impegnative, Sara sta iniziando una nuova avventura, il restauro di un complesso secentesco a Cismon del Grappa e di un altro agriturismo a 1400 metri. «Un agrialloggio e un agriturismo per arrivare a toccare anche il tema del turismo rurale – spiega Sara – un altro modo ancora, che viene naturale, per presidiare il territorio».

Martina Zambon

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